Quest'anno il catalano ha accumulato 300.000 metri di salita, circa più di trenta volte l'Everest.
Occhi dorati, pelle abbronzata, garretti d'acciaio, il Catalano assomiglia ai camosci che popolano i suoi nativi Pirenei, questi camosci sempre svettanti a più di 2.000 metri di altitudine. "Non sono mai rimasto più di due giorni in una grande città", confessa con un accento cantinelante. Per i suoi studi poteva scegliere Barcellona, la città che fà sognare tutti gli studenti europei, ha preferito il centro d'allenamento in altura di Font-Romeu, il centro delle mille medaglie olimpiche, situato nella vallata di Cerdagne. Kilian Jornet Burgada scombussola tutte le certezze scientifiche sulle corse di lunga distanza in alta montagna.
Questo timido personaggio ha tutte le capacità quando l'ossigeno si fà raro, come quella di scivolare un ghiacciaio sulle natiche per 300 metri come se niente fosse. Kilian Jornet sembra che corra su un cuscino d'aria sulle salite e con gli ammortizzatori in discesa, nelle pietraie. "E' un extraterrestre nella misura in cui interagisce e comunica con la montagna", spiega il suo amico Jean-Michel Faure-Valentin, organizzatore del challenge nazionale francese dei trails Salomon. Kilian non subisce la montagna come gli altri atleti, ne sfrutta la sua energia. "Fà impazzire i cronometri e le statistiche, attraversa la Corsica da nord a sud in meno di trentadue ore, o polveriza il record del tour del Monte Bianco in meno di ventuno ore, relegando ogni volta i suoi inseguitori al ruolo di sopravissuti a diverse ore di distanza...
La sua tenuta risiede nella sua straordinaria resistenza muscolare, eredità di un'infanzia non comune. Kilian ha passato i primi dodici anni della sua vita a Cap del Rec, a 2.000 metri di altezza, nel rifugio del padre, guida alpina, a Lles de Cerdanya, tra Andorra, Francia e Spagna. E' Nona, sua madre, maestra di scuola, che l'ha iniziato la prima volta allo sci. Per avere un pò di pace, finalmente. Il turbolento bambino non aveva ancora un anno. "Veramente non mi ricordo se sapeva già camminare o no. Desideravo semplicemnte che bruciasse quell'esuberanza di energia che mi spossava. E sugli sci, si è subito adattato", spiega con la rgo sorriso la sportiva mamma, due maratone alle spalle e qualche prova di sci alpinismo al suo attivo. La vita al rifugio non è estranea alle intrinseche qualità di Kilian. Salire e scendere per andare a scuola, 10 km più in basso nella vallata, a piedi d'estate, con gli sci d'inverno. Salire e scendere per recuperare una bombola di gas al paese. Salire e scendere per giocare con gli amici nel fondovalle.
Risultati? A 5 anni, Kilian accompagna i suoi genitori sulla punta Aneto, la più alta cima dei Pirenei (3.404 metri), e raggiunge, l'anno seguente, il suo primo 4.000 metri sulle Alpi. Con un tale pedigree, il suo futuro è tracciato. Si completa al Centro tecnico di sci di montagna di Catalogna, indirizzo sci alpinismo. Le prime incette di medaglie, Kilian le farà in questa bella disciplina dove i dislivelli dele piste scese vanno precedentemente risalite a piedi. Il programma di addestramento del piccolo prodigio: risalire con sci e pelli di foca, rimuoverle in cima, correre, scendere a capofitto sugli sci su percorsi fuoripista ed ancora, cima dopo cima, per più giorni. Su questo giochetto, le coppe e i trofei ben presto affollano tutti gli scaffali delle mura domestiche, al punto che la mamma, vi servirà da bere dentro una coppa del mondo! A 20 anni, Kilian ha guadagnato tutto quello che c'era da vincere in sci-alpinismo, comprendendo la Pierre-Menta, questa mitica competizione, la più alta d'Europa, che riunisce i migliori atleti del mondo ogni anno, a marzo, con sfondo il panorama delle creste innevate delle Beaufortain.
Da due anni, Kilian s'immagina nel ruolo di ultra-maratoneta delle montagne. Purtroppo per lui non esistono più le stagioni. S'immerge in corse su neve l'inverno e su roccia l'estate. Tutto sullle cime. Nati oltreoceano, il trail e l'ultratrail, corse in montagna lunghe oltre 80 km, hanno conosciuto un'espansione folgorante questi ultimi anni. In Francia, si contano più di 1.200 competizioni annuali in calendario. Per la prima edizione della corsa intorno al Monte Bianco, vi erano 600 partenti e solo una sessantina di loro erano riusciti nell'impresa di terminarla.Oggi, sono quasi 6.000 sulla linea di partenza, e la metà di loro sono arrivati entro il tempo massimo. Questa comunità di appassionati ha trovato in Kilian Jornet il suo eroe, dopo le sue due vittorie consecutive nell'Ultra Trail del Monte Bianco (UTMB) la corsa in natura reputata la più dura. Creata nel 2003 da un pugno di amici appassionati, questo grande anello di 166 km intorno al Monte Bianco ingloba 9.400 metri di dislivello, circa la distanza di quattro maratone consecutive e due volte il dislivello dell'Everest partendo dal campo base. Abitualmente i marciatori effettuano il percorso in una settimana abbondante: I "finishers", così vengono chiamati abitualmente quelli che superano la linea d'arrivo, completano il perrcorso nel limite di gara delle quarantasei ore massime. Kilian ha tagliato il traguardo in meno di ventuno ore già dalla sua prima partecipazione, due anni or sono, menttendo fine, nella sorpresa generale, al regno del piemontese Marco Olmo e del nepalese Dewa Sherpa.
In una disciplina dominata dai quarantenni, considerati più resistenti, Kilian porta un vento di gioventù e spensieratezza: Uno dei migliori francesi nella disciplina, Sebastien Chaigneau, secondo arrivato nell'ultima edizione dell'UTMB dietro il catalano, non nasconde la sua ammirazione: "Occorre prestare attenzione a non svolgere la propria corsa dietro la sua. E fuori da qualsiasi portata. Seguendolo, è assicurato il cedimento. Nell'ultratrail coloro che inseguono il tempo inseguono anche la disfatta." E' anche una questione di allenamento. Dall'inizio dell'anno, Kilian Jornet ha scalato il Monte Bianco otto volte. Partendo dal locale di bowling di Chamonix, ha bisogno di meno di quattro ore per raggiungere la cima. " A ciascuno le sue corse e i suoi allenamenti, evidenzia Sèbastien Chaigneau, L'ultratrail non è una corsa contro il tempo ma una sfida per arrivare ai propri limiti." Nei fatti, se almeno 55.000 partecipanti hanno preso parte ad almeno una corsa quest'anno, 300.000 persone praticano il trail come svago. L'ex corridore ciclista Laurento Jalabert ha preso parte a numerosi ultratrail, tra cui la celebre Diagonale dei pazzi all'isola di Reunion.
Come spesso accade le sfide hanno il profumo dell'infanzia, Kilian ha rispolverato lo scorso maggio l'idea che aveva sua madre prima della stagione delle corse estive. Per perfezionare la sua condizione, il giovane montanaro riesce a completare un percorso di 800 km attraverso la catena dei Pirenei, dall'oceano Atlantico al Mediterraneo. Partito da Cabo Higuer, vicino a Hendaye, ha raggiunto la penisola di capo Creus, presso Cadaques in...otto giorni! " ho seguito la cresta su un percorso che avevo tracciato, Volevo rivedere la Breche di roland, il massicio dell'Aneto, il lago di San Maurizio, i monti Carlit e Perthus", precisa, Non ha incontrato orsi, ma poche linci, stambecchi e camosci addormentati e dei galli cedroni in volo. Questa volta non ha frantumato un record, si trattava di una corsa di piacere "desiderio di ritrovare le montagne della mia infanzia". Ma anche una galoppata in vista degli appuntamenti estivi, in particolar modo del desiderio di un terzo titolo consecutivo nell'UTMB (gara poi annullata per maltempo) e di una prima partecipazione alla Diagonale dei Pazzi in ottobre.
In attesa della vera follia di novembre: l'andata e ritorno del Kilimanjaro, la più alta vetta d'Africa, a 5.600 metri d'altitudine, in meno di otto ore e mezza...
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