mercoledì 13 aprile 2011

Berlin Half Marathon.



Diciamo subito che è la gara per fare il personale.
Dopo questa premessa occorre qualche spiegazione a questa mia affermazione, quindi, partiamo con l'analizzare i punti a favore.
Una prima analisi me la fornisce il mio risultato: con 1h30'30" sono arrivato 636° assoluto su oltre 23.000 partecipanti, alla RomaOstia con un tempo di 1h24'51" sono arrivato 638° su 9.500 partecipanti. Quindi la massa degli atleti è molto più lenta rispetto alle nostre gare, mentre si assottiglia notevolmente il numero di quelli veloci.
Risultato: fin dalle prime battute, complice le ampie carreggiate stradali berlinesi, si corre velocissimi e con poco affollamento e quindi con tutte le condizioni per impostare la media prefissata senza alcun sforzo o zig zag per superare concorrenti.
Punto secondo il percorso, che in parte ricalca quello della maratona, è assolutamente piatto, con poche curve, e dal manto stradale perfettamente liscio (a parte un pezzo di circa 50metri di sampietrini...) dal primo all'ultimo chilometro.
Punto terzo, il tifo, assolutamente fenomenale per una mezza, e oltre le aspettative: 250.000 persone distribuite sul percorso, una media di 12.000pers/km sono li ad incitare, applaudire e tifare dal primo all'ultimo concorrente. Non c'è che dire, sono veramente un bell'aiuto!
Punto quarto, la griglia di partenza, è assolutamente favorevole per chi ha già un personale sotto 1h29', praticamente è la prima a ridosso dei keniani, peraltro non troppo numerosa nonostante io, che ero nella parte finale, sia passato con 25" di ritardo ho potuto fare il primo km poco sotto i 4'00".
Un aspetto piacevole della partenza è che i tedeschi non hanno l'abitudine ad ammassarsi, stringersi e spingersi verso la linea di partenza. Fino all'ultimo si aveva spazio per stirarsi e piegarsi e questo la dice lunga sullo spirito con cui affrontano la gara.
I punti deboli? Pochi per la verità, forse l'incapacità di organizzare degli spugnaggi sul percorso, visto il gran caldo ampiamente previsto e forse l'assenza di integratori salini e solidi nei ristori lungo il percorso ma presenti nel ristoro finale. Una cosa che ho apprezzato poco è il fatto che l'acqua dei ristori provenisse da un travaso manuale fatto all'interno di un enorme catino riempito da un'autobotte. Le stesse mani usate per riempire venivano poi toccate dagli atleti per prendere i bicchieri, forse non mi è parso troppo igienico. Comunque tutti questi difettucci sparivano davanti al grosso bicchiere di birra offerto all'arrivo (rigorosamente analcolica) buonissima e servita alla giusta temperatura.
Su questo, ai tedeschi, non gli si può dire nulla!

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