martedì 13 settembre 2011

I Pionieri del Gran Sasso

Grande avventura in questo week-end arroventato di metà settembre: per la prima volta mi spingo oltre la fatidica soglia dei 42km per affrontare un ultratrail ai piedi del massiccio del Gran Sasso con 56km di percorso su un dislivello complessivo di 1.550metri.
La decisione non è stata facile, nutrivo dubbi principalmente dal fatto di non averla preparata, solo il lavoro estivo, svolto nei trail di montagna e successivamente sulle Dolomiti, era quanto avevo a disposizione; un po' poco per per essere sicuri di chiudere la gara.
Però se non si osa in questi frangenti mai si potrà sperimentare nuove vie e nuovi limiti, la vita è una e và vissuta fino in fondo.
Arrivo sabato in questo delizioso paese tipicamente abruzzese, Castel del Monte, adagiato sul fianco di un rilievo e dirimpettaio di un'altro di nome Calascio. L'appuntamento è con Francois, Nicolas e Claudio, a cui si aggiunge in extremis Gabriele, miei futuri compagni d'avventura, e con i quali mi ritrovo sul viale principale dopo aver sbrigato le formalità del ritiro pettorale. Sistemazione veloce in albergo e passeggiata all'imbrunire ci facilitano il sorgere di un discreto appetito.
Al ristorante dell'hotel si ritrovano gran parte dei partecipanti alla gara e gli organizzatori. Ci sistemiamo tutti insieme in una tavolata e ci gustiamo una cena gustosa ed abbondante a partire dall'antipasto tipico con dei squisiti formaggi passando per un brodo di tortellini, un piatto squisito di ravioli al sugo, un secondo di carne, contorno, cocomero e caffè. Chiacchere, pronostici e battute hanno condito la piacevole serata. La mattina seguente sveglia alle 05,00, preparazione del materiale e colazione leggera ma nutriente.
Alle 07,00 veniva data la partenza con tutti i partecipanti determinati a portare a termine il lungo percorso, compreso Luca con il quale ho fatto conoscenza qualche attimo prima. I primi chilometri vanno via tranquilli con le prime luci che illuminavano le parti alte dei rilievi montani rischiarandoli di una bella luce calda che avrebbe stuzzicato più di un fotografo provetto. Mi accodo a Claudio mentre Nicolas ci precede di un centinaio di metri, Francois invece aspetta il compagno di staffetta al venticinquesimo km. La parte iniziale scorre su andature prudenti, per tutti è la prima esperienza di ultratrail e quindi si viaggia cauti. Si supera agevolmente il ristoro al decimo km, solo acqua, e ci si avvia a quello del ventesimo, situato, dopo una breve ascesa, nel paese di Calascio. Le sensazioni sono buone e le gambe girano bene, il riposo fatto nei giorni precedenti è stata una saggia scelta e ci avviamo su una discreta andatura vesro il cambio staffetta al 25°km posto nelle vicinanze di Santo Stefano di Sessanio. Poco prima ci fermiamo a bagnarci, su suggerimento di una gentile signora che ci offre l'acqua da un tubo del suo giardino; il caldo inizia a farsi sentire anche se manca poco alle 10,00. Un chilometro prima facciamo la conoscenza dello "staffettista" di Francois e ci organizziamo per uno scherzo; precedendolo al punto di scambio avvertiamo Francois che lo staffettista è un vecchietto di 70 anni che stà 7km dietro a noi e procede sempre più lento, ci guarda preoccuparti ma poco dopo capisce lo scherzo vedendolo arrivare. Ci supera prendendoci in giro e con un altro passo si avvia sul percorso. Poco dopo comincio a soffrire, l'andatura è rallentata ma comincio ad ansimare come se stessi correndo veloce, oltretutto anche nelle leggere discese. Mi fermo per un pit-stop ma la situazione non migliora e allora dico a Claudio che può ripartire tranquillo, farò gara al mio nuovo ritmo sperando per il meglio. Supero il ristoro del trentesimo e continuo a bere abbondantemente, pensando che sia un problema di disidratazione o perdita di sali minerali, nel contempo, come da inizio gara, regolarmente aspiro dal mio camel-bag una soluzione di Enervit preparata prima di partire. Prendo un gel e riparto, la situazione peggiora con l'avanzare. Al 32esimo mi fermo, mi rilasso, rialzandomi provo a ripartire ma insieme ricomincia il respiro affannato, penso di ritirami, sono a due km dal ristoro precedente, basta scendere a valle e posso lasciare, non ce la faccio a continuare così. Non riesco a capire cosa mi stà capitando, una sensazione di nausea mi assale ma non sembra qualcosa di stomaco, mi siedo e dopo un po' rigetto tutti i liquidi presi dall'inizio gara: una fontana che mi libera completamente. Rimango stordito, da solo, a ragionare sul da farsi. Aspetto un poco e riparto camminando, sotto il sole proseguo ma mi rendo conto che non potrò più bere dal camel-bag: in sostanza la soluzione di Enervit è troppo densa perché possa essere assorbita dal mio stomaco e non ho alternative. Il prossimo ristoro è al quarantesimo e l'arsura si fa sentire in bocca, il sole picchia duro e nel percorso non c'è traccia di ombra. Con molta calma, cercando di sudare il meno possibile arrivo al ristoro con la bocca impastata e con una forte sensazione di sete, reintegro il camel-bag sedendomi accovacciato all'ombra del pick-up, e mi prendo un bel bicchiere di Coca-Cola che mi stabilizza lo stomaco. A questo punto ho ancora qualche ora davanti a me, decido di provare a proseguire, anche camminando forse riuscirei a rientrare nel tempo massimo; non sarà onorevole ma l'importante è arrivare sul traguardo, oramai ne ho fatti 40, cosa vuoi che siano gli ultimi 16?. Dopo questi ragionamenti autoconvincitori decido a riprendere la gara, anche perché l'altimetria presentava un favorevole profilo, quasi piatto, che avrebbe facilitato non poco l'ingrato compito. Effetivamrente il ristoro e la Coca-Cola producono il loro benefico effetto e ricomincio a corricchiare, supero la soglia psicologica del 42k e mi accorgo che stò per entrare per la prima volta nel mondo ultra. Sono contento e la piccola carica di energia positiva che ne deriva mi consente di continuare a corricchiare, sotto un sole oramai inclemente, per altri chilometri che attraversano una splendida zona rocciosa molto simile ad un canyon, con il suo letto piatto e sabbioso, di un bianco accecante, il che rende il tutto estremamente irreale; non sembra di correre in Italia, potrebbe essere un paesaggio della Nuova Zelanda o dell'Australia e nessuno se ne accorgerebbe. Sono solo, davanti e dietro non cè anima viva ma non corro il rischio di perdermi, il passaggio è obbligato e qualche bandierina rossa lungo il percorso stà li ad indicarmelo. Arrivo corricchiando al ristoro del cinquantesimo, ubicato in fondo ad una piana erbosa costeggiata da una statale, ed in cuor mio sono contento di esserci arrivato: 5okm sono fatti!
Prendo acqua per il mio camel-bag e un po' ne prendo dal mio bicchiere ripegabile, mi siedo 5 minuti per riprendere fiato, sapendo che mi aspettava un muro verticale, corto ma ripido, sul quale avrei faticato molto. Riparto fiducioso ma ben presto mi trovo davanti a quello che fino a pochi istanti fa era un semplice profilo altimetrico: è dura e faticosa!
A piccoli passi guadagno la sommità, mancano 4km perlopiù in discesa, un poco pià tecnica come terreno, che affronto con molta prudenza; le caviglie sono meno reattive e prendersi una storta è questione di un attimo, non voglio certo giocarmi il primato di non essere mai cascato in gara per una piccola disattenzione! Finalmente, all'improvviso, si entra nel paese, questione di pochi passi ancora ed il gonfiabile è a vista! Chiudo in un onorevole 8h 13' questa fatica, ricevo i complimenti di chi è arrivato prima di me, ritiro il buff di finisher e mi avvio felice e contento verso il ristoro...

sabato 4 giugno 2011

Corri per Telethon


Beneficenza è il leit motiv di questo periodo nelle gare a cui partecipo e quindi non poteva mancare la Corri per Telethon, giunta alla seconda edizione, su un percorso totalmente rinnovato, in quanto spostato, dalla precedente edizione a Villa Borghese, nella più accogliente, podisticamente parlando, Villa Pamphili, uno dei templi romani del jogging più o meno impegnato. Mi ero impegnato, nei giorni precedenti con Alessandro, a disegnare al computer il tracciato da lui ideato, all'interno del parco, che conosco molto bene quando i primi tempi che correvo era per me tappa fissa nei miei allenamenti. Un delizioso e certosino lavoro di computer grafica sfornava l'immagine di cui sopra e così mi sono deciso d'iscrivermi anche se avrei dovuto stare tranquillo a riposo. La partenza nel tardo pomeriggio di sabato coincideva con l'orario abituale dei mei allenamenti e quindi mi sentivo abbastanza tranquillo nel fare una gara d'accompagno insieme ad Anto. Purtroppo però allo sparo della partenza i buoni propositi si volatilizzano in un secondo e subito parto di gran carriera con l'idea di fare qualche chilometro veloce ed aspettare Anto quando il gruppo più sgranato mi avrebbe permesso un facile recupero visuale. Il percorso è ondulato ma il ritmo è veloce, sotto i 4'00", vengo superato da Ignazio che vedo in grande spolvero, segno che i tempi peggiori sono un ricordo ormai alle spalle e da Marco che carinamente mi affianca, mi saluta con due battute e se ne và con ben altro passo. Riesco a fare 3km con passo poco stto i 4'00" ma poi riaffora tutta la fatica che mi porto oramai da troppo e mi costringo a fermarmi, come ormai ho già fatto alla Caffarella e Castel di Guido, lasciando passare tutti i miei compagni in attesa di Anto. Recuperata mi avvio con un passo decisamente più agevole e concludo con le gambe un po' dure e svuotate.
Comincio a brancolare nel buio e non riesco a capire questo stato di forma così pessimo, ma mi riconsolo con una cena insieme a Lliana, Stefano, Valeria, Leo e Tonia in un delizioso ristorante cinese, che oltre a farci mangiare bene ha il pregio, non indifferente di questi tempi, di farci spendere poco.

sabato 21 maggio 2011

24x1h.

Qualche giorno fà sono andato nello Stadio alle terme di Caracalla per dare un'occhiata alla manifestazione 24 x 1 ora, che ogni anno vede la luce in questo periodo. Con partecipazioni più o meno consistenti, l'anno scorso 34 squadre, quest'anno 26, questa gara ha un suo fascino e spessore dato dal fatto che la partecipazione comporta l'onere di creare una squadra di 24 atleti disposti a correre a tutte le ore sacrificandosi per il risultato finale, somma dei singoli sforzi. Ho fatto delle riprese in notturna perchè trovo che il buio renda l'atmosfera più intima con chi corre. I colori sono tenui, le forti luci dei riflettori stagliano ombre lunghe sulle piste, il silenzio si fà sentire e nel silenzio si sentono i rumori dello sforzo: ansimare, sbuffare, ciabattare, gli allarmi dei gps che squillano in continuazione, tutto questo ha un suo fascino che puoi assaporare a bordo pista, a qualche centimetro di chi ti passa vicno, giro dopo giro.
Un po' di rimpianto e di delusione per non aver, quest'anno, potuto formare una squadra. Forse i troppi impegni societari di questi ultimi tempi, forse la poca voglia d'imbarcarsi in questa gara o forse altre dinamiche hanno impedito il ripetersi di questa avventura:
Oppure è mancato qualcos'altro, qualcosa di più semplice ed essenziale...
filmato

martedì 10 maggio 2011

Elba Trail.

Un week-end intenso ed appagante, questo appena trascorso all'isola d'Elba, come pochi mi sono capitati in ambito podistico. Oggetto del contendere è stata la richiesta pressante, dell'amico Stefano, per la partecipazione all'Elba Trail, corsa di 35km e D+1.400(1.900 con il Garmin) tutta all'interno dell'isola, nel cuore del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, con partenza ed arrivo a Marciana Marina, delizioso paesino affacciato su uno dei tratti più belli della costa.
Regolata l'iscrizione e con uno scarso allenamento sulle spalle, consci ed incoscienti di quello che saremmo andati a compiere, ci siamo avviati, con annesso traghettamento, alla location logistica, gran bell'albergo,  scelta dall'Atletica Isola d'Elba, organizzatrice dell'evento intitolato a"Eleonora X vincere" ragazza prematuramente  scomparsa in un incidente. Svolte le formalità burocratiche ci viene assegnato l'alloggio in una delle tante strutture alberghiere della zona che si sono offerte gratuitamente per questo evento, che và ricordato,  totalmente gestito con scopi benefici ed il cui ricavato contribuisce a finanziare la costruzione di una scuola nel Madagascar. La meteo è perfetta e ne approfittiamo per passeggiare sul lungomare godendoci il sole, poi ci dirigiamo per il consueto briefing pre-gara nei locali del vicino cinema: veniamo a conoscenza dei dettagli del percorso e delle difficoltà che incontreremo e ci viene illustrata la finalità benefica con i risultati raggiunti per la costruzione della scuola che ad oggi fornisce istruzione e pasti ad oltre 1.000 bambini. L'applauso finale, scrosciante ed ininterrotto per oltre un minuto ci fà capire, come poche volte ci è capitato, che lo spirito di partecipazione di tutti, trailer ed organizzatori, è veramente sentito ed appassionato ai benefici scopi descritti. Poco tempo per le ultime faccende e via al pasta party organizzato nella stessa struttura alberghiera di prima dove veniamo accolti da una signora intenta a stappare decine bottiglie di mezzo litro di buonissima birra tedesca, che amorevolmente prendiamo in cura dalle gentili mani! Non c'è che dire, l'accoglienza è decisamente piacevole e nei visi dei volontari, tanti, c'è allegria e buonumore. Un po' di fila per sistemarci ai tavoli e via al buffet, senza limiti, con piatti di pasta assortiti, piatti di verdure miste, dei buonissimi dolci e bevande a scelta. Ce la siamo cavata con un trittico abbondante di primi, verdure e bis di dolci davvero buoni.
Dopo una notte rilassata, la sveglia ci viene offerta da un sole alto e potente, un anticipo di quello che troveremo sul percorso, sul quale prendiamo le adeguate contromisure in termini di protezione. Ci avviamo nella zona partenza, sul lungomare, e l'aria è già piacevole, i visi e l'abbigliamento tecnico dei partecipanti intimoriscono Stefano e ci fanno capire che il tasso tecnico dei trailer non è proprio di primo pelo...
Allo sparo segue una partenza tranquilla per le vie del paese dal quale usciamo sulle rampe di una strada che ci porterà in direzione di Marciana, locata a pochi chilometri nell'entroterra, passando per i primi sentieri della giornata. Trattengo Stefano che rimane sorpreso dalla bassa andatura e dalla scelta di iniziare già a camminare sulle parti più in pendenza, ma il non aver affrontato gare lunghe in termini di ore di percorrenza porta inevitabilmente a degli errori di gestione delle proprie risorse, cosa che si doveva assolutamente evitare nel caso nostro. L'arrivo e l'attraversamento di Marciana, nei suoi vicoli e scalinate, è caratteristico e la sorpresa di vedere già un ristoro, appoggiato nel bar del paese, fornito di acqua e fette di torta di mele, ci suona strano ma simpatico, scopriremo poi che non era il ristoro ufficiale, ubicato poco più avanti, ma quello gentilmente offertto dalla proprietaria del bar! Il percorso di gara è simile ad un 8 la cui intersezione funge da primo (settimo km) e secondo (diciannovesimo km) ristoro con rilevamento dei chip, il terzo ed ultimo dei ristori lo troveremo a pochi km dall'arrivo. Sulla salita che inizia a farsi dura sento il fiato di Stefano farsi affannato, non un buon segno a poco meno di un terzo di gara, ed il borbottio di voler rinunciare a "chiudere" l'otto del percorso non lascia presagire nulla di buono. Lo rabbonisco promettendogli che al ritorno, sul secondo ristoro, sarà libero di scegliere se proseguire o ritornare indietro.
Il percorso s'inerpica tra boschi di castagno e tasso alternati a tratti aperti dove la natura, in questo periodo dell'anno, offre il suo massimo. Decisamente è il periodo migliore per visitare l'isola e la macchia medirterranea c'incanta con le fioriture e gli odori intensi. I sentieri non presentano particolari difficoltà tecniche e si procede agevolmente, gli scorci dall'alto sono stupendi ed il panorama della costa con il mare di un blù intenso lasciano a bocca aperta. Continuiamo nella salita, che culminerà con l'ascesa ai 900m del monte  La Tavola, con molta fatica ma viaggiando tranquilli a corsetta e passo veloce alternati a seconda delle difficoltà, scolliniamo con piacere portandoci alla tappa del secondo ristoro dove, dopo un adeguato reintegro (limoni, aranci, frutta secca, acqua, coca, banane, integratori) , propongo e mi faccio approvare con accorta furbizia, di proseguire sul percorso perchè il più e fatto, sapendo bene che la parte più dura stava per iniziare...
Il percorso si mantiene sulla parte alta dei monti seguendo dei sentieri cosparsi di lastroni e pietre di provenienza granitica che rendono difficoltosa la corsa per noi "cittadini" costringendoci alla marcia ma dandoci il tempo di ammirare i panorami circostanti. Ne approfitto per proteggere una vescica nuova sul tallone con un Compeed, scolliniamo ulteriormente al ventottesimo il Monte Maolo con molta calma, oramai i tratti camminati sopravanzano quelli fatti di corsa, i tempi si allungano ma la fatica inizia a farsi sentire, cinque ore le abbiamo già trascorse e Stefano stà gestendo le sue risorse al meglio, se sbaglio rischio di vederlo piantato senza via d'uscita, meglio essere prudenti. Inizia la discesa verso il paese, lunghi tratti di sentiero ombroso si alternano a benedetti e amati tratti stradali che ci offrono lo stesso sollievo delle oasi nel deserto. Stefano sente odore d'arrivo e riprende vigore nella corsa, è proprio vero che la mente comanda il corpo, raggiungiamo un X-Runner con il quale ci accompagniamo fino al traguardo finale che passiamo insieme a braccia alzate tra gli applausi dei già arrivati: è fatta!
Con 6h 08' si conclude l'avventura sui monti dell'Elba, una bella avventura ricca di sport ed umanità, nel più puro spirito trail.

p.s. si parla spesso di costi esagerati d'iscrizione per le corse, specialmente su strada ma, senza innescare polemiche o confronti con i trail, volevo rendere noto che l'organizzatore devolve l'intero incasso della manifestazione per scopi benefici e comunque per la modica cifra di 45 euro offre ai partecipanti l'iscrizione alla gara, il pacco gara, la maglietta ricordo in tessuto tecnico, il rilevamento con chip, un percorso di 35km segnalato in mezzo alle montagne, un'abbondante cena pre-gara, un alloggio decoroso per la notte, una prima colazione a buffet, una medaglia all'arrivo ed un pasta party finale nella piazza del paese con menù completo.
Che non si sappia in giro... :-)

video

venerdì 6 maggio 2011

Week-end disastroso

Nel fine settimana era mia intenzione partecipare a due gare, sabato e domenica, entrambe in natura, Cross della Caffarella di 7,5km e Castel di Guido Race di 10km. I percorsi li conoscevo già ed erano composti sopratutto da sentieri ben battuti e quindi non tecnici con dislivelli modesti: insooma erano l'ideale per dare una rinfrescatina ai fondamentali della corsa off-road prima della partenza dell'Elba. Sulla carta doveva essere una passeggiata ma già sul finale del cross, che correvo su ritmi sostenut, ho avuto un senso di sovraffaticamento  generale dopo aver fatto una salita di buon ritmo, ragion per cui, non volendomi stancare in vista di impegni più gravosi, ho provveduto a rallentare notevolmente l'andatura negli ultimi 2km di gara, lasciandomi passare dai tantissimi agguerriti podisti, trai quali l'amico Francois che chiudeva la gara con l'evidente soddisfazione di avermi relegato alle sue spalle...
Il giorno dopo a Castel di Guido la storia si ripeteva, ma ancor prima, complice una partenza folle a 3'45"-50" sui primi 3km, ho riavuto gli stessi sintomi del fuorigiri cardio-respiratorio del giorno prima, probabilmente due gare ravvicinate e molto tirate su percorsi collinari non sono più alla mia portata, fatto stà che mestamente ho camminato fino alla scorciatoia che mi ha portato al traguardo in compagnia di Enzo e della sua poca voglia di correre su strada in questo periodo. Insomma per la prima volta mi sono ritirato in una gara, spero che sia l'unica, per precauzione mi sono preso una settimana di assoluto riposo fino alla prossima trasferta.
Spero di recuperare bene.

domenica 1 maggio 2011

Lungo preparatorio.

A due settimane dell'Elba Trail ci siamo resi conto, io e Stefano, che la preparazione atletica lasciava a desiderare, tra sessioni d'allenamento saltate, doloretti, impegni di lavoro e famiglia praticamente non abbiamo combinato niente di proficuo. Ragion per cui si siamo impegnati la domenica di Pasqua, nonostante il giorno di festa dedicato a riposo e grandi mangiate, a farci un lunghetto a Villa Pamphili. Armati di buone intenzioni, con un apuntamento alle 7,30 di mattina, ci siamo ritrovati a percorrere viali e vialetti del parco. L'andatura l'abbiamo volutamente tenuta molto bassa perchè l'obiettivo era di fare 24-25 km e stare quelle due ore, due ore e mezzo a corricchiare tanto per testarci su una gara che ci costerà almeno il doppio del tempo. Perdipiù Stefano si era indossato per la prima volta lo zainetto da perfetto trailerista ben riempito di 2 litri d'acqua e qualche integratore. Insomma un vero test in piena regola! Io ero preoccupato per la sua tenuta ma debbo dire, anche in virtù di un ritmo di corsa scientificamente tenuto moderato (poco sotto i 6'00" a km) , sono riuscito nell'impresa di portarlo fino alla fine dell'allenamento senza particolari contraccolpi fisici nei giorni seguenti. Oltretutto avere la coscienza di aver percorso 24 km off-road in buone condizioni finali è una buona iniezione d'ottimismo in vista di una gara da 35 km, ed era quello che serviva di più in questo momento perchè per questo tipo d'impegno conta più la testa che la perfetta preparazione fisica.
Ce l'abbiamo fatta, ed è questo quello che conta.

lunedì 25 aprile 2011

Le regole vanno rispettate.

Spulciando, per curiosità, nel regolamento della maratona di Roma 2012, noto l'introduzione di un nuova voce riguardante le responsabilità dell'atleta che riporto qui di seguito:

RESPONSABILITÀ ATLETA
L’iscritto è responsabile della titolarità e della custodia del proprio pettorale di gara, acquisendo il diritto ad usufruire di tutti i servizi menzionati nel presente regolamento e successivamente comunicati.
a) Chiunque, senza regolare iscrizione, partecipasse senza pettorale, oltre ad essere ritenuto responsabile di danni a persone o cose, incluso se stesso, incorrerà in sanzioni sportive di competenza degli organi federali e potrà essere passibile delle sanzioni penali previste per il reato di “furto” (art. 624. c.p.).
b) Chiunque, senza regolare iscrizione, partecipasse con un pettorale contraffatto o comunque non conforme all’assegnazione, oltre ad essere responsabile come sopra indicato, incorrerà nelle sanzioni sportive e, inoltre, potrà essere passibile delle sanzioni penali previste per il reato di “furto” (art. 624. c.p.), ovvero, alternativamente, per il reato di truffa (art. 640 c.p).
Nei casi a) e b) i partecipanti potranno essere passibili delle sanzioni previste per il reato di “inosservanza dei provvedimenti delle Autorità” (art. 650 c.p.). Le fattispecie suddette saranno riscontrabili esclusivamente previa verifica di documentazioni fotografiche e/o video. 
In sostanza con una semplice foto, oltre a smascherare chi corre senza pettorale o addirittura contraffatto, si possono denunciare le persone alle autorità competenti, per il reato di furto e truffa secondo il codice penale.
Presumo che la decisione sia maturata per l'eccessivo numero di "portoghesi" che corrono nelle gare e nell'ormai incontrollabile mania di scambiarsi il pettorale senza le regolari procedure previste dall'organizzatore.
Sarà un deterrente? Qualcuno verrà denunciato? Non credo, ma staremo a vedere...